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Evitare gli sprechi e risparmiare sulle bollette è possibile attraverso un acquisto consapevole degli elettrodomestici di casa. La parola chiave è "efficienza": che sia un frullatore piuttosto che una lavatrice, inevitabilmente questo strumento disporrà di un motore elettrico capace di assorbire un certo quantitativo di corrente, che si esprime in Kilowatt per ora. Da circa 20 anni l’Unione europea ha emanato una serie di regole per i fabbricanti di elettrodomestici in termini di etichettatura relativa ai consumi di energia. Questa etichetta, che è obbligatoria, prevede un valore che passa dalla lettera A per gli elettrodomestici più efficienti, fino alla G, per gli elettrodomestici "obsoleti". L'intento è quello di favorire il risparmio di energia elettrica e di acqua, a tutto vantaggio del portafoglio ma anche dell'ambiente. Una lavatrice, ad esempio, consuma mediamente 100 litri di acqua per ciascun ciclo di lavaggio ed oltre 2 Kilowatt ora nei modelli più dispendiosi. Oltre alla lettera "A", esistono anche le classi di consumo A+, A++ e A+++, per quegli elettrodomestici che sono in grado di far risparmiare, in proporzione, molta energia elettrica anche rispetto ad un modello con una buona efficienza. Ad esempio, tra la classe A e la classe A+++ c’è circa il 50% di risparmio energetico. Ovviamente un elettrodomestico di classe A+++, essendo più moderno e meglio progettato, costerà di più, al momento dell'acquisto, rispetto ad un semplice classe A. Questa è una spesa che deve essere valutata attentamente perchè se ad esempio la vostra lavatrice è in funzione ogni giorno, allora sarà più conveniente spendere di più per un modello dalla buona efficienza, per poi risparmiare in bolletta anno dopo anno. Al contrario, se siete tra quei fortunati che fanno la lavatrice una volta alla settimana, probabilmente non avete bisogno di una classe A+++ e potreste pensare di accontentarvi di un prodotto magari meno efficiente in termini energetici ma certamente più economico al momento dell'acquisto. Diciamo subito che gli elettrodomestici venduti nel nostro paese debbono per legge riportare il marchio CE che rende l'apparecchio conforme agli standard europei di sicurezza. Inoltre sulla nostra lavatrice o frigorifero potremmo trovare il marchio GS, che contraddistingue un prodotto elettrico conforme ai requisiti della legge tedesca sulla sicurezza delle apparecchiature e dei prodotti. Nel nostro paese il marchio IMQ garantisce la qualità degli elettrodomestici, un po' come il marchio ELT negli Stati Uniti. A livello di garanzia, il Codice del Consumo (artt. 128 e segg.) pone a carico del rivenditore (quindi il negozio) l’obbligo di consegnare al consumatore "beni conformi al contratto di vendita". Quindi è sul negozio che grava la responsabilità per danni o difetti, in solido con il costruttore. In parole povere, se la vostra lavatrice appena acquistata non funziona, dovete intimare al negozio che ve l'ha venduta di ripararvela "entro un termine congruo" oppure di cambiarvela con un modello perfettamente funzionante. Sempre sul venditore grava la responsabilità per qualsiasi difetto di conformità che si manifesti entro due anni dalla consegna dell'elettrodomestico. La legge parla chiaro, tuttavia spesso i rivenditori "fanno i furbetti" e succede che il consumatore non sia adeguatamente informato circa i suoi diritti. Il rifiuto di sostituzione e/o riparazione dell'elettrodomestico con invito al consumatore a rivolgersi al fabbricante dell'apparato è un atteggiamento non conforme alla legge. Molte infatti sono le segnalazioni ricevute dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che qualche anno fa ha avviato una serie di procedimenti nei confronti di cinque grandi società che si occupano proprio della vendita di elettrodomestici al dettaglio. Quindi fate attenzione al negozio al quale vi rivolgete e controllate sempre il Codice del Consumo se avete il timore che vi sia stato negato un diritto.