Mercato tutelato, la fine slitta al 2020

Mercato libero e mercato tutelato: differenze

Con l’emendamento al decreto Milleproroghe n. 91/2018, approvato in Commissione Affari Istituzionali del Senato, il Governo “gialloverde” ha fatto slittare di un anno la completa liberalizzazione del mercato luce e gas. Più precisamente, l’addio definitivo al regime di maggior tutela è stato spostato dal luglio 2019 al luglio 2020. Questa misura, ha spiegato Davide Crippa, il sottosegretario allo Sviluppo economico con deleghe all’Energia, “si è resa indispensabile considerando che, visto il precedente termine di luglio 2019, non sussistono le necessarie garanzie di informazione per i consumatori, di mercato, di competitività e di trasparenza”. Sono moltissimi, in effetti, i cittadini che ignorano quali siano le differenze fra mercato libero e mercato tutelato. Vediamo di fare chiarezza. Il mercato tutelato dell’energia si basa su condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico; ogni 3 mesi l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambienti) modifica le tariffe a seconda delle quotazioni internazionali degli idrocarburi, ovvero del valore delle materie prime. Per dirla in termini più semplici, il consumatore da una parte è “tutelato” ma dall’altra non ha alcuna possibilità di scelta. Nel mercato libero, al contrario, i costi dell’energia non sono più controllati e fissati dall’authority di Stato e le società elettriche, in concorrenza fra loro, hanno la possibilità di proporre diverse soluzioni contrattuali agli utenti. Specifichiamo, però, che c’è un sistema di vigilanza e consulenza gestito direttamente dall’AEEGSI insieme all’Antitrust.

Liberalizzazione mercato luce e gas

Il processo di liberalizzazione del mercato per energie e gas è cominciato negli anni Novanta con il Decreto Bersani. Per diverso tempo (dal 2003 per il gas e dal 2007 per l’elettricità) c’è stata una pacifica “convivenza” fra mercato libero e tutelato: agli utenti, cioè, è stata data la possibilità di scegliere fra i due regimi. Tuttavia, forse sempre a causa della carente informazione e perché i cambiamenti, in genere, vengono guardati con una certa diffidenza, la maggior parte delle famiglie italiane ha continuato ad optare per la maggior tutela. Dal luglio 2020 non sarà più possibile, perché diremo definitivamente addio al mercato tutelato. E se è vero che non si potrà più decidere in tal senso, è anche vero che i cittadini saranno chiamati a optare per una delle tante soluzioni che i vari fornitori proporranno. Ci sarà il rischio di confondersi, perché la battaglia contro la concorrenza spingerà le società a moltiplicare la loro offerta. Come orientarsi? Procedendo con calma, mettendo a fuoco le proprie esigenze e le proprie abitudini (in quale fascia oraria si fa un maggiore uso della luce e del gas? In quali giorni?) e pretendendo tutte le informazioni necessarie.

Come funziona la maggior tutela

Il servizio di maggior tutela vede protagonista assoluta l’Arera, che da una parte stabilisce gli aumenti e le diminuzioni di prezzo e dall’altra garantisce un sistema di salvaguardia per i cittadini. Ma è proprio questo il punto: secondo molti, la salvaguardia non è stata efficace/effettiva e lo stretto legame con il prezzo delle materie prima ha determinato troppe volte la lievitazione delle bollette. Con il mercato libero sarà davvero possibile risparmiare, come assicurano i fornitori? Dipende da una serie di fattori, a cominciare dalle tariffe che loro stessi proporranno: nonostante l’apposito sistema di vigilanza, hanno una notevole libertà di azione in tal senso. E c’è pure da dire che, se la liberalizzazione in teoria significa maggiore concorrenzialità, nella pratica il mercato italiano è dominato da 4-5 imprese che si dividono l’85 per cento del territorio. Staremo a vedere.

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