Raccolta differenziata, come farla

La raccolta differenziata

Era il 1997: grazie al “decreto Rochi” in Italia cominciò a essere meglio disciplinata la raccolta dei rifiuti. E in vent’anni gli italiani hanno fatto grandi passi avanti. Secondo quando emerso da un bilancio ad hoc presentato presso la Camera dei Deputati dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nel 201, la raccolta differenziata è arrivata mediamente al 47,6 per cento e il riciclo/recupero di materia dei rifiuti speciali è aumentato da 13 a 83,4 milioni di tonnellate. Tutto ciò nonostante i rifiuti urbani prodotti siano aumentati di quasi tre milioni di tonnellate. Quelli smaltiti in discarica, invece, sono scesi al 26 per cento. Secondo un’indagine di Ipsos promossa dal Consorzio nazionale imballaggi (Conai), il 93 per cento degli italiani considera la differenziata un’utile necessità e il 91 per cento la mette al primo posto tra i comportamenti anti spreco e tra le buone abitudini ambientali. Il 32 per cento è convinto che non rappresenti un problema bensì una risorsa. Il 58 per cento è più attento al riciclo dei materiali anche se il 68 per cento non nasconde la fatica di gestire una quantità sempre più crescente di rifiuti. “Con la riforma — è il commento di Edo Ronchi — si assegnò una netta priorità al riciclo sul prevalente smaltimento in discarica e sulle proposte che davano priorità all’incenerimento di massa”.

Come fare raccolta differenziata

Sul ciglio della strada, in determinate zone, ci sono i cassonetti per la raccolta differenziata: uno destinato alla plastica, uno per il vetro, uno per la carta, uno per l’umido e uno per la raccolta indifferenziata. Nel primo si possono inserire bottiglie di plastica, buste della pasta, flaconi dei prodotti utilizzati per le pulizie, vaschette del gelato, cassette e retine di frutta e verdura, vasetti dello yogurt, incarti trasparenti di brioches e caramelle e altri dolciumi. Ricordate sempre che tutti i contenitori devono essere puliti, svuotati e schiacciati. Le bottiglie di vetro, i bicchieri, i barattoli e i vasi di vetro devono essere invece conferiti nel cassonetto del vetro, dove non si devono però buttare lampadine, neon, specchi, bicchieri di cristallo e contenitori in pirex. Anche in questo caso è bene che i contenitori siano puliti e soprattutto vuoti: non deve esserci nemmeno acqua. Per quanto riguarda carta e cartone, potete riciclare giornali, scatole, cartoni ben piegati, quaderni, scatole del latte, dei succhi di frutta, dei corn flakes e vaschette porta-uova in cartone. Gli avanzi di cibo, gli alimenti andati a male, le bucce della frutta, i sacchetti del tè e i fondi del caffè, i fiori secchi e i tovaglioli di carta vanno conferiti invece nel contenitore dell’umido. I materiali unti e sporchi, i piatti e le posate di plastica e carta sporchi, cd e dvd, i giocattoli, i fiori finti, i sacchetti dell’aspirapolvere, gli spazzolini e le videocassette devono finire invece direttamente nell’indifferenziata. Lo stesso dicasi delle stoviglie in ceramica.

Raccolta differenziata porta a porta

In alcuni comuni e in alcuni quartieri delle grandi città viene fatta la raccolta differenziata porta a porta. I cittadini non hanno quindi l’obbligo di recarsi ai cassonetti stradali bensì di consegnare i rifiuti differenziati, raccolti nelle apposite buste, appena fuori dal portone del condominio o dell’abitazione, in giorni e orari stabiliti. Anche il porta a porta prevede le stesse categorie di rifiuti: umido (alimentare e vegetale), multimateriale (plastica e metallo), carta e cartone, e indifferenziato. Agli utenti in genere si consegnano un contenitore per la raccolta di carta, cartone e cartoncino; un contenitore per la raccolta del vetro; sacchi trasparenti per la raccolta di plastica e metallo; una biopattumiera areata, con dotazione di sacchetti, per la raccolta degli scarti alimentari. In certi casi fa eccezione il vetro che, come tutti gli altri, gli utenti del “porta a porta” devono gettare nelle apposite campane posizionate in strada. Perché il passaggio al porta a porta? Perché i risultati ottenuti negli anni con il metodo a cassonetti mostrano una stabilizzazione su percentuali di raccolta differenziata inferiori a quelle previste per legge, oltre ad una qualità inadeguata dei materiali presenti nei cassonetti tale da impedire l’avvio a recupero di una quota significativa di rifiuti (soprattutto per quanto riguarda il cassonetto fucsia multimateriale). Il PaP responsabilizza cittadini e aziende nella gestione dei propri rifiuti e induce ad una corretta separazione.

Polistirolo raccolta differenziata

Raccolta differenziata, dove buttare il polistirolo? Occorre fare innanzi tutto una distinzione: il polistirolo per alimenti ha una base plastica e quindi può essere buttato nel cassonetto riservato alla plastica, pulendo però prima il contenitore (si pensi alle vaschette per il gelato o alle confezioni di carni e formaggi) in questione e stando attendi che sul fondo non ci siano fogli in alluminio. In questo secondo caso, le due parti devono essere separate. Il polistirolo da imballaggio invece non può essere buttato nella plastica perché è fatto anche di altri materiali, di conseguenza va inserito nei bidoni o nei sacchetti della spazzatura per il secco indifferenziato. Il recupero può essere fatto direttamente dagli addetti della nettezza urbana oppure portato nelle isole ecologiche del proprio comune.

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