Ascensori

Origini dell'ascensore

Si dice che già nell'antichità Archimede fosse riuscito nell'impresa di costruire un prototipo di ascensore, ma i primi veri esempi di ascensori li possiamo osservare nei grandi palazzi reali come il Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo, la reggia di Versailles e la reggia di Caserta. La necessità di portare persone da un livello ad un altro di una struttura è nata con l'utilizzo sempre maggiore delle miniere. All'inizio del XIX secolo si è cercato di studiare un motore capace di poter eseguire tale lavoro, ma la prima applicazione si è avuta nel 1857 a New York, mentre in Italia nel 1870. Nel 1880 in Germania nacque il primo ascensore elettrico. Nel 1889 si ebbe la prima applicazione spettacolare con la presentazione della Tour Eiffel a Parigi. Nel 1904, invece, fu installato il primo ascensore elettrico italiano presso Palazzo Barberini a Roma. I seguenti passi importanti furono l'abolizione del manovratore e la possibilità di porte automatiche.

Gli ascensori in Italia

Gli ascensori in Italia sono regolamentati da una Direttiva del 1995, in cui si stabilisce che gli unici modelli permessi sono quello elettrico (a fune) e quello oleodinamico. La differenza sostanziale tra i due modelli sta nel modo nel quale viene imposto il movimento. Per quanto riguarda il tipo elettrico, è il macchinario di sollevamento ad imporre alle funi il movimento verso l'alto o verso il basso. L'ascensore oleodinamico, invece, è azionato dalla centralina idraulica che, fornendo energia ad un fluido tramite una pompa volumetrica e una serie di valvole, muove un pistone facendolo uscire dal cilindro permettendo, così, la salita dell'ascensore. In discesa viene sfruttato il lavoro della forza di gravità per garantire il movimento.

Ascensore a paternoster

L'ascensore a paternoster è un particolare tipo di ascensore a funzionamento continuo. Il principio di funzionamento è molto semplice, si basa, infatti, su un anello in continuo movimento (a velocità costante), al quale sono legate delle cabine apposite per il trasporto o di persone o di oggetti. Gli ascensori di questo tipo sono costituiti da due colonne affiancate di senso inverso; infatti, mentre una sale l'altra scende, e permette alle persone di entrare a volo nelle cabine e cambiare livello all'interno della struttura. Non possono essere considerati modelli a fune in quanto vengono utilizzate delle vere e proprie catene. Questo tipo di ascensore ha avuto un ottima diffusione intorno agli anni trenta e sessanta, soprattutto nelle grandi aziende, per fatto che essi erano particolarmente economici e completamente automatici. Con il passare degli anni e l'avanzare della tecnologia sono stati scavalcati dai più moderni modelli, anche per i vari problemi di utilizzo, come l'impossibilità ad entrare nelle cabine da parte dei disabili.

Ascensori inclinati

Forse non tutti sanno che non esistono solo gli ascensori verticali, ma anche quelli inclinati. La pendenza massima per poter essere considerati tali è del 75%, dopodiché si parla di modelli verticali. Questo particolare tipo di ascensore può trasportare sia persone che materiali, ma, nel secondo caso, vengono definiti piani inclinati. Il servizio può essere di tipo pubblico, ad esempio per unire due zone di una città, o di tipo privato, magari per collegare edifici o giardini. Quando il servizio offerto è di tipo pubblico si parla di sistemi ettometrici. Le differenze con le funicolari sono due: la pendenza attraversata è maggiore per quanto riguarda gli elevatori e il sistema di funzionamento tra i due mezzi è completamente diverso; mentre le funicolari si muovono per mezzo di sistemi di trascinamento, gli elevatori inclinati utilizzano il classico sistema di sollevamento per mezzo di una fune traente. Esempi in Italia di ascensore inclinato sono quello di Frosinone e di Napoli, mentre all'estero un esempio si trova a Montmartre.

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