Acquisto prima casa

Spese acquisto prima casa

Le spese per l'acquisto prima casa sono composte da diverse voci: innanzitutto si deve considerare il valore dell'immobile da corrispondere al proprietario precedente. In secondo luogo bisogna tenere a mente che sono previste spese di registrazione della transazione commerciale e tasse comunali. In genere sono previsti sgravi fiscali quando l'immobile e il contribuente soddisfano certi requisiti indicati per legge. In alcuni casi le due parti possono stipulare un contratto preliminare, impegnandosi così a firmare in un momento successivo il vero atto di compravendita definitivo. Si tratta di un accorgimento messo in atto quando la vendita immediata non è possibile: ad esempio il venditore può essere in attesa della consegna della sua nuova abitazione oppure l’acquirente sta terminando le pratiche per un mutuo. Il contratto preliminare può avere la forma di atto pubblico o di scrittura privata e deve essere registrato: per questo motivo le spese complessive per l'acquisto della casa aumentano. Infatti la registrazione avviene entro 20 giorni dalla firma e vanno versati 200 euro come imposta di registro .

Tasse acquisto prima casa

Una voce di spesa abbastanza consistente è rappresentata dalle tasse per l'acquisto prima casa, che a loro volta sono determinate da diversi elementi. Innanzitutto bisogna distinguere tra l'acquisto da un privato oppure da un'impresa. Nel primo caso l’acquirente deve pagare imposta ipotecaria e un'imposta catastale fisse (ognuna di 50 euro) e l’imposta di registro calcolata in modo proporzionale applicando al valore dell'immobile l'aliquota del 2%. Bisogna tenere a mente che acquistando la casa da un’impresa la cessione è esente dall’Iva. Tuttavia, chiunque sia il venditore, l’imposta di registro proporzionale deve essere di almeno 1.000 euro. Accade spesso che l’importo da versare effettivamente sia minore perché, quando si registra un contratto preliminare con caparra, viene già corrisposta parte dell’imposta proporzionale. Sia nel caso di acquisto prima casa da un privato che da un'impresa le imposte ipotecaria, di registro e catastale vengono versate quando viene registrato l’atto di vendita da parte del notaio. Acquistando da un'impresa soggetta al pagamento dell'Iva le imposte sono ognuna di 200 euro e si applica alla transazione un'aliquota del 10%.

Iva acquisto prima casa

In genere è esente dall'Iva l'acquisto prima casa quando il venditore è un'impresa, tuttavia in alcuni casi si applica questa imposta. Infatti si tassano le cessioni di fabbricati abitativi che devono diventare alloggi sociali e le vendite portate a termine entro 5 anni dall'intervento di ripristino oppure di costruzione edile. A volte il venditore sceglie di sottoporre la transazione a Iva anche se sono trascorsi oltre 5 anni dalla fine dei lavori, però occorre indicare questa scelta all'interno del contratto preliminare oppure dell’atto di vendita vero e proprio. Nella maggior parte dei casi l'aliquota Iva dovuta dall’acquirente ammonta al 10% del prezzo di vendita: l'assoggettamento riguarda le case che sono classificate in categorie catastali diverse dalla A/9, A/8 e A/1. In caso contrario e se l'acquirente oppure l'immobile non hanno i requisiti richiesti per poter ottenere gli sgravi fiscali prima casa, l’aliquota Iva applicata è al 22%. Si tratta di immobili di lusso o acquistati da contribuenti che non risiedono nel territorio del Comune da oltre 18 mesi. Qualunque sia l'aliquota Iva, si pagano anche le imposte ipotecarie, di registro e catastali fisse di 200 euro.

Spese notaio acquisto prima casa

Una voce di costo fondamentale viene rappresentata dalle spese del notaio per l'acquisto prima casa. Infatti l’atto notarile viene richiesto per legge in quanto è la firma del professionista a far diventare ufficiale il passaggio di proprietà della casa. Innanzitutto bisogna valutare il valore catastale dell'immobile, moltiplicando per il coefficiente fisso 115,5. Ad esempio una prima casa con rendita catastale pari a 500 euro possiede il valore catastale di 57.750 euro. L'imposta di registro viene calcolata applicando l'aliquota del 2% al valore catastale (quindi corrisponde in questo a caso a 1.155 euro) e bisogna aggiungere l'imposta catastale e quella ipotecaria. Entrambe le imposte ammontano a 50 euro e sono fisse. Di conseguenza una compravendita tra privati prevede come spese notarili l'importo di 1.255 euro, al quale vanno aggiunti i costi per la parcella del notaio stesso. La somma da corrispondere varia in base all'atto di rogito. In genere un notaio richiede sui 2.500 euro, tuttavia si può scendere a circa 1.700 euro adottando il cosiddetto sistema prezzo-valore grazie al quale semplificare la procedura. Inoltre l'onorario è sempre soggetto a un'aliquota Iva del 22%.

Calcolo tasse acquisto prima casa

Il calcolo delle tasse per l'acquisto prima casa deve essere fatto valutando se l'immobile possiede i requisiti previsti per legge per poter accedere ad alcuni sgravi fiscali. In questo caso si può usufruire di un'aliquota agevolata per quanto riguarda l'imposta di registro oppure l'Iva. Ad esempio l'immobile oggetto della transazione commerciale deve appartenere ed essere classificato all'interno di determinate categorie catastali. Inoltre l'acquirente deve possedere certi requisiti ed è necessario che la casa sorga nel comune dove l’acquirente lavora oppure possiede la propria residenza. In questi casi i benefici consentono di applicare un'aliquota agevolata del 2% al prezzo di vendita (invece del 9%) quando il venditore è un’impresa che cede l'immobile in esenzione Iva oppure un privato. Inoltre è possibile avere ulteriori benefici nel calcolo di tasse e spese notarili anche grazie al sistema del prezzo-valore. Le agevolazioni prima casa consentono di rivalutare la rendita catastale al 5% e di applicare il coefficiente agevolato 110. Se invece la vendita risulta essere soggetta a Iva si può usufruire di un'aliquota ridotta al 4% al posto di quella convenzionale al 10%.

Agevolazioni acquisto prima casa

Le agevolazioni per l'acquisto prima casa sono ottenute solo se l'immobile e l’acquirente presentano certi requisiti fissati per legge. Il loro possesso viene attestato dalla dichiarazione sostitutiva da inserire all'interno del rogito, però si può integrare l’originario atto di vendita con un atto successivo. Innanzitutto la casa deve fare parte delle classi catastali da A/2 a A/7 oppure alla A/11. Così deve essere di tipo popolare, civile, rurale o economico, situata in villini o essere un'abitazione tipica del luogo. Sono esclusi dai benefici le case in villa, signorili e di pregio. Le agevolazioni riguardano anche le pertinenze di categoria C/6, C/2 e C/7, nel caso in cui siano a servizio della prima casa acquistata. Inoltre si fissa il limite di una pertinenza per ogni categoria. Al tempo stesso viene richiesto che la casa si trovi nel territorio del Comune dove lavora o risiede l’acquirente. In caso contrario si hanno a disposizione 18 mesi di tempo dall’acquisto per trasferire la residenza. Inoltre bisogna allegare all'atto di acquisto la dichiarazione di voler fare il cambio di residenza, pena la decadenza dei benefici. Ciò non viene richiesto alle forze di polizia.

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