Coibentazione: 10 consigli su come isolare la casa

L’importanza dell’isolamento termico

Tutti utilizzano sistemi di riscaldamento fra le mura domestiche durante la stagione invernale e quasi tutti adoperano impianti di climatizzazione in estate: è necessario per combattere le temperature troppo basse o troppo alte, per ottenere un buon livello di comfort abitativo. Ma se l’isolamento termico della casa non è adeguato, il risultato finale ne risente notevolmente mentre le spese lievitano. In parole più semplici, l’aria calda e l’aria fresca, nel caso in cui le pareti, il soffitto e/o il pavimento non siano ben isolati, finiscono inevitabilmente per disperdersi a causa dell’eccessivo scambio con l’esterno. Il rischio si corre soprattutto negli edifici più datati; per quanto riguarda quelli di nuova costruzione, infatti, la legge impone il rispetto di precisi parametri riconducibili proprio all’isolamento termico. È anche vero, per fortuna, che l’adeguamento relativo alle abitazioni già esistenti è tutt’altro che complesso, nel senso che esistono diverse soluzioni e si può anche sfruttare l’Ecobonus, cioè un’agevolazione fiscale concessa ai cittadini italiani per tutti gli interventi finalizzati a ridurre stabilmente il consumo e il fabbisogno di energia.

Isolare le pareti con il cappotto termico

Coibentazione casa: uno degli interventi più efficaci consiste nell’isolamento delle pareti, e a tal proposito ricordiamo che le più disperdenti sono quelle perimetrali, che si trovano a contatto diretto con l’ambiente esterno. Si può decidere se applicare un cappotto termico esterno oppure un cappotto termico interno. Nel primo caso si applicano dei pannelli sul lato esterno della parete, nel secondo su quello interno oppure nell’intercapedine della doppia muratura. Il cappotto termico interno permette di riscaldare velocemente l’ambiente, ma non si sfrutta il volano termico del muro e di conseguenza anche il processo di raffreddamento è rapido. Inoltre il pannello in questione riduce il volume dei locali, quindi lo spazio fruibile. Tale soluzione, perciò, è consigliabile per appartamenti che vengono abitati per pochi periodi durante l’anno (ad esempio le case di montagna o quelle in cui ci si reca solo nei fine settimana). Posizionando invece il pannello nell’intercapedine della parete si riesce ad aumentarne l’inerzia termica, è vero, ma non a eliminare i ponti termici, cioè quelle parti strutturali che presentano discontinuità e favoriscono così la dispersione di calore (o aria fresca) da e verso l’esterno. Il cappotto termico costa più di quello esterno, ma per molti versi rappresenta una soluzione di maggiore efficacia. In primis permette di non diminuire la cubatura della casa, di eliminare i ponti termici e quindi prevenire la formazione di muffe, macchie e condensa; in secondo luogo, la sua realizzazione non disturba i proprietari e non crea loro alcun disagio. Il tempo in cui si percepisce necessario l’azionamento dell’impianto di riscaldamento, inoltre, diminuisce in modo netto in quanto il comfort abitativo raggiunge i massimi livelli. In più, grazie al cappotto termico esterno si limitano le dilatazioni termiche e i movimenti interstrutturali degli edifici, il che comporta anche una diminuzione del rischio che si creino fessurazioni. Per chi vive in una villa, o comunque in una casa indipendente, il cappotto termico esterno si realizza molto semplicemente; per i condomini la questione diventa più complessa, in quanto occorrono le autorizzazioni di tutti i proprietari degli appartamenti. Ma proprio in questi casi, aumentano le detrazioni.

La coibentazione del tetto

Isolare correttamente la propria casa significa non soltanto raggiungere un alto grado di benessere, ma anche abbattere i consumi e, in più, attutire i rumori provenienti dall’esterno e tenere a bada il livello di umidità. Oltre alla coibentazione delle pareti, fondamentale risulta quella relativa al tetto: è da quest’ultimo, infatti, che si disperde la maggiore percentuale di calore. Ciò significa che, durante la stagione fredda, se l’isolamento termico dell’abitazione non è ottimale arriva a disperdersi fino al 40 per cento dell’energia usata per mantenere in funzione gli impianti di riscaldamento. E si aggiunga che, nel corso dell’estate, il surriscaldamento della casa è conseguente proprio a un insufficiente isolamento. Cosa fare, quindi? Anche in questo caso, la soluzione coincide con l’applicazione di pannelli isolanti. Se il tetto presenta una copertura fatta di tegole e la casa è in fase di costruzione, i suddetti elementi devono essere collocati sulle traversine sotto il manto di copertura, prima che questo venga posato. Se si sta procedendo con una ristrutturazione, e quindi il tetto già esiste, i pannelli possono essere invece posizionati sotto le travi, al fine di creare una sorta di camera di compensazione. Per quanto riguarda i materiali, si utilizzano quelli naturali come il legno, il sughero, le fibre vegetali e addirittura la lana, oppure quelli sintetici come le guaine, diversi tipi di plastica, le resine. Se il tetto è piano (si pensi agli edifici terrazzati) si può decidere di isolarlo dall’interno, applicando i pannelli isolanti direttamente sul soffitto, o dall’esterno, sempre servendosi di pannelli oppure rifacendo lo stato di protezione impermeabile.

Isolamento termico con il controsoffitto

Chi vive in una casa con soffitti alti almeno 3 metri può aumentare l’isolamento termico tramite controsoffittature realizzate a circa 2,70 m dal pavimento: in questo modo si riduce il volume dell’ambiente da riscaldare e quindi l’erogazione del calore stesso risulta ottimizzata. Innanzi tutto è possibile costruire un controsoffitto con una struttura reticolare metallica e pannelli acustici isolanti poggiati su di essa; una valida alternativa è il controsoffitto con intelaiatura in legno o in metallo e pannelli in cartongesso. Si potrebbe pensare che l’intercapedine che inevitabilmente si crea fra il soffitto e il controsoffitto non risolva il problema della dispersione, ovvero dello scambio di aria fra l’interno e l’esterno; questo è vero soltanto nel caso in cui il lavoro non venga fatto bene: inserendo nel suddetto spazio della lana di roccia ben compattata oppure dei pannelli di polistirolo o di sughero, infatti, l’inconveniente si evita o comunque il rischio si riduce ai minimi termini. È anche possibile riempire l’intercapedine con poliuretano espanso nella versione spray.

Isolare il pavimento conviene?

La coibentazione dei pavimenti è importante soprattutto nel caso di case costruite su locali non riscaldati (box auto, taverne, cantine) oppure direttamente sul terreno: permette non solo di aumentare il comfort abitativo e l’efficienza energetica, ma anche di evitare che si formi condensa superficiale. C’è pure da dire, però, che in questo caso l’isolamento termico è piuttosto complesso, perché lo strato isolante può essere soltanto interno. Questo significa che bisogna posarlo sul pavimento esistente per poi realizzare un’ulteriore pavimentazione con metodo a secco oppure rimuovere il pavimento, posare l’isolante e poi ri-pavimentare. Nel primo caso, ovviamente, lo spessore complessivo del pavimento aumenta e quindi diventa necessario modificare i battiscopa e, quasi sempre, cambiare porte e finestre. Nel secondo caso, come si può intuire, il lavoro è assai lungo. Per quanto riguarda i materiali, fra quelli più usati per la coibentazione del pavimento segnaliamo la lana di roccia, il feltro in lana di vetro, la vermiculite e prodotti sintetici quali tappeti ad hoc e schiume auto indurenti. C’è da dire che esiste anche un metodo molto più semplice, ovvero la posa di una moquette, ma la moquette è passata di moda e inoltre molti non la gradiscono affatto. Diverso il discorso se la pavimentazione è ancora da realizzare: si posa l’isolante direttamente sopra la soletta e i tubi degli impianti e poi si procede come da prassi.

Coibentare la casa: consigli utili

Per isolare adeguatamente una casa è molto efficace anche installare infissi a vetrocamera con doppio o triplo vetro; meglio ancora se la vetrocamera è riempita con gas inerti a bassa conducibilità termica (argon, kripton, xenon) e se il vetro interno è del tipo basso emissivo. Molto validi sono anche gli infissi a taglio termico, grazie ai quali si evita la trasmissione per conduzione il calore dalla faccia interna dell’infisso stesso a quella esterna, in quanto il profilo esterno e quello interno dell’infisso sono separati tramite apposite guarnizioni in gomma o in neopreme. Un intervento molto diffuso e più economico consiste nell’applicare alle finestre guarnizioni paraspifferi in gomma, plastica o alluminio: si trovano facilmente in commercio sotto forma di strisce adesive. Sottovalutata è l’applicazione di pannelli in alluminio dietro i radiatori degli impianti di riscaldamento: i risultati ci sono eccome, provare per credere. Si può anche coibentare il cassonetto di un avvolgibile con un materiale isolante rigido, opportunamente sagomato e dotato di striscia adesiva, che copra tutta la sua superficie. In foto la finestra a taglio termico con doppio vetro Black Soul di Nurith.

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