Guida alla scelta e all'installazione della pergola bioclimatica

Cos’è una pergola bioclimatica e a cosa serve

Le pergole bioclimatiche figurano i più innovativi sistemi di schermatura solare. Sono caratterizzate da lamelle in alluminio orientabili che si movimentano manualmente o – caso più frequente – per mezzo di telecomandi. È comunque possibile farle ruotare in modo da modulare l’intensità della luce naturale nei diversi momenti della giornata; arrivano a chiudersi completamente o, al contrario, formare un angolo di 90-120 gradi, in certi casi anche più ampio.

La pergola bioclimatica serve in primis a proteggersi dai raggi solari e creare confortevoli zone d’ombra, ma non finisce qua. Può essere autoportante oppure addossata a una parete esterna: questa seconda tipologia consente di mantenere più freschi anche gli interni della casa, limitando così l’utilizzo degli impianti di climatizzazione e di conseguenza abbattendo i consumi di energia elettrica.

In tutti i casi, le pergole diventano protagoniste di spazi intimi e accoglienti e diventano un plus anche dal punto di vista estetico. Importante far presente che alcuni modelli lasciano del tutto scoperti i lati, mentre altri sono arricchiti da tendaggi o pannelli scorrevoli in Pvc.

In foto la pergola Joy di Gibus, che può essere chiusa temporaneamente su tre dei quattro lati con tende avvolgibili trasparenti.

Gli aspetti da valutare per l’installazione di una pergola bioclimatica

Prima di acquistare e installare una pergola bioclimatica occorre innanzi tutto valutare attentamente l’estensione dello spazio disponibile. Se si tratta di un’area non particolarmente ampia – pensiamo a un terrazzo – si consiglia di optare per un modello addossato, che permetta di ottenere un’armoniosa continuità rispetto agli spazi indoor e non lasciare inutilizzati centimetri preziosi. Per i giardini e le aree più estese risultano invece perfette le pergole autoportanti, anche perché non pongono vincoli relativi alla loro collocazione.

In secondo luogo, è opportuno stabilire prima come verrà utilizzata la superficie coperta dalla pergola e quali arredi la caratterizzeranno: in tal modo sarà possibile definirne gli ingombri e quindi farsi un’idea relativa alle dimensioni giuste della copertura in questione, nonché degli abbinamenti cromatici e stilistici ideali.

Altra importante considerazioni: è vero che le pergole dotate di chiusura laterale forniscono un’ombreggiatura più completa rispetto a quelle che ne sono prive. Ma i tendaggi e i teli – compresi quelli impermeabili - non offrono la stessa protezione dei pannelli in Pvc, che rendono fruibile lo spazio outdoor anche quando le condizioni meteo non sono ottimali e praticamente in tutte le stagioni, non soltanto d’estate.

Passando ai materiali con cui viene utilizzata la struttura, si sceglie sostanzialmente fra alluminio, acciaio e legno. La robustezza e la funzionalità sono in tutti i casi garantite, ma si tenga presente che il legno necessita di una regolare manutenzione con prodotti ad hoc, mentre l’alluminio e l’acciaio no.

Infine, è bene decidere se acquistare una pergola attrezzata con appositi sensori che rilevino la pioggia e il vento e chiudano automaticamente le lamelle, senza alcun intervento da parte dell’utente.

Nelle foto, la pergola addossata Pergomove di BT Group, le cui lamelle retraibili si gestiscono per mezzo del motore Somfy, che a sua volta viene azionato per mezzo di un telecomando in dotazione; la pergola Kedry Skylife di KE, con lame mobili a impacchettamento; Opera di Pratic, realizzata interamente in alluminio, con lamelle che possono ruotare anche di 140 gradi.

Servono permessi per installarla? Scoprilo qui

Inevitabile chiedersi se per installare una pergola bioclimatica occorrano permessi o meno. Andiamo con ordine. Secondo quanto indicato dal D.P.R. n. 31 del 2017, il pergolato è un’opera di edilizia libera, per cui in generale non serve presentare richieste né ottenere autorizzazioni.

Bisogna tener conto, però, anche di quanto stabilito dalle singole amministrazioni comunali: alcune infatti confermano quanto sopra, mentre altre esigono che si presenti una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) oppure una Dia (Denuncia di inizio attività).

Si aggiunge la voce del Consiglio di Stato, secondo il quale non servono concessioni edilizie per l’installazione di una pergola bioclimatica, a patto però che non venga fissata a terra né a una parete esterna, che non sia chiusa in alcun lato – tetto compreso – e che si rimuova con facilità. Difficile che vengano rispettate tutte queste condizioni.

E ancora, è bene sapere che nel 2019 il Tribunale della Corte di Cassazione penale ha stabilito che è obbligatorio il Permesso di costruire per le tensostrutture destinate a rimanere fisse per oltre 3 mesi. Non c’è, dunque, una regola chiara e univoca. Come regolarsi? La cosa migliore è recarsi presso l’Ufficio tecnico del Comune in cui si colloca l’immobile in questione e chiedere informazioni.

Intanto, ecco la pergola impacchettabile Fold di Studio 66, con chiusura motorizzata delle lamelle.

Le migliori marche di pergole bioclimatiche

L’offerta sul mercato relativa alle pergole bioclimatiche è ricca nonché in costante aumento, perché cresce la domanda. Un elenco di alcune fra le migliori marche del settore risulterà senza dubbio molto utile per orientarsi nella scelta:

  • Gibus: con sede a Saccolongo, in provincia di Padova, da tempo figura fra le realtà leader a livello nazionale nella progettazione e produzione di tende da sole, pergole, pergole bioclimatiche e tende tecniche. Tutte le pergole possono essere completate da chiusure laterali zip
  • BT Group: è una storica azienda italiana, attualmente la sede si trova a Lesmo. Propone pergole con struttura e lame in alluminio, molto apprezzate anche per il design
  • KE: fa parte del gruppo BAT, che da più di 35 anni è leader nella produzione di componenti e accessori per sistemi ombreggianti. I prodotti di KE riscuotono consensi anche a livello internazionale
  • Pratic: la sede è in provincia di Udine; anche in questo caso, la qualità è una garanzia. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che le pergole Pratic sono testate alla tenuta all’acqua utilizzando il sistema per i test certificato dell’Istituto Giordano
  • Studio 66: azienda fondata nel 1999 a Villa Fini a Limena (PD). Le strutture delle pergole possono essere personalizzate e realizzate sia in alluminio che in acciaio
  • Dirello: si trova a Modugno, in provincia di Bari. Opera nel settore dagli inizi degli anni Ottanta e col tempo è cresciuta costantemente, arrivando ad affermarsi oltre i confini dell’Italia. Propone numerose pergole bioclimatiche, sia addossate che autoportanti
  • Arquati: fondata negli anni Sessanta, all’inizio produceva soltanto tende da sole, poi ha ampliato il suo raggio d’azione e oggi realizza anche pergole bioclimatiche di ottima qualità ed esteticamente accattivanti, con il loro aspetto moderno e minimalista
  • Sprech: nata oltre trent’anni fa, quest’azienda si trova a Martano, in provincia di Lecce, e produce pergole bioclimatiche, gazebo, coperture solari di vario tipo
  • Chirenti: è un’altra azienda pugliese, il cavallo di battaglia coincide con le vetrate scorrevoli ma da diverso tempo si è imposta anche nel segmento produttivo coincidente con le pergole bioclimatiche.


Nelle foto, la pergola Bioshade di Dirello con lame orientabili fino a 110 gradi, disponibile nelle versioni isola, addossata e tettoia; Pergocasa Self di Arquati, che non necessita di essere ancorata a terra; Shade di Sprech, con lame in alluminio a taglio termico, motorizzate e movimentate con telecomando.

Quanto costano le pergole bioclimatiche

Il prezzo di una pergola bioclimatica è determinato da diversi fattori: le dimensioni, i materiali, il tipo di movimentazione (automatica o manuale), la presenza o meno di coperture laterali e sensori vento/pioggia, eventuali optional come l’illuminazione a Led. Anche il marchio, come sempre accade, ha un ruolo tutt’altro che secondario.

La forbice dei prezzi è compresa fra i 3.000 e i 7.000 euro, compresa l’installazione. Importante precisare, però, che dotare il proprio spazio outdoor di una pergola del genere significa fare un intervento finalizzato al risparmio energetico, di conseguenza è possibile usufruire del cosiddetto Ecobonus, detrazione fiscale pari al 50 per cento della spesa sostenuta. In alternativa si può optare per uno sconto in fattura immediato (sempre del 50 per cento), cedendo il credito d’imposta al rivenditore.

Nella foto, la pergola Bioclima di Chirenti, costituita da una struttura autoportante in piano e lamelle orientabili fino a circa 90 gradi.

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