Le regole da rispettare
Riuscire a ricavare un secondo bagno in casa significa godere di una maggiore comodità e praticità, certo. Ma non si può procedere in modo del tutto autonomo, ci sono delle regole da rispettare: innanzi tutto il Regolamento comunale relativo all’edilizia, il Decreto del ministero della sanità del 5 luglio del 1975 (nel quale sono elencati i requisiti minimi igienico sanitari principali riguardanti le abitazioni) e il Decreto del Ministero del lavori pubblici numero 236 del 1989 concernente i requisiti tecnici indispensabili per garantire adattabilità, visitabilità degli edifici privati, accessibilità agli ambienti.
Semplifichiamo e facciamo una sintesi. Si ricordi che una singola stanza non può avere una superficie inferiore ai 9 mq e una stanza doppia non può essere più piccola di 14 mq. In riferimento ai bagni, per andare più nello specifico, l’estensione dev’essere pari ad almeno 4 mq; ciò vale ai locali completi, quindi comprensivi di water, bidet, lavabo e doccia, ma anche per quelli privi di bidet o doccia.
Il bagno può anche essere senza finestra, ma in tal caso è necessario un sistema di ventilazione meccanica. Inoltre la sua realizzazione non deve diminuire lo spazio in corridoio, che non può scendere sotto il metro.
Le tubature e l’impianto di scarico
Una volta appurata la presenza di tutti i requisiti necessari, entrano in gioco le questioni tecniche. Innanzi tutto occorre accertarsi che sia possibile inserire scarichi a norma, sia di adduzione che di scarico. Il primo tipo di impianto funziona tramite la pressione, non necessita di tubi di grandi dimensioni e nella maggior parte dei casi si realizza con facilità, cioè creando un collegamento con quello già esistente.
Se il punto da cui prendere l’acqua è distante, però, bisogna procedere con demolizioni a muro o a terra, quindi rompere una parete o una porzione di pavimento; se tali operazioni non risultano fattibili, è possibile considerare un impianto a pioggia, cioè nel controsoffitto.
Per quanto riguarda invece l’impianto di scarico, le cose possono diventare più complesse in quanto i tubi devono risultare pendenza e a pavimento, nonché avere misure adeguate per poter arrivare in strada, ovvero fino alla fognatura. È quindi indispensabile una tubazione fecale. Inoltre la pendenza non deve superare il tratto tra l’1% e il 2% .
Dove collocare il secondo bagno
Se si tratta di case non proprio recenti, nella maggior parte dei casi il secondo bagno si può ottenere semplicemente dividendo in due parti quello principale, spesso di ampie dimensioni. Anche chi dispone di un sottotetto, del resto, ha la soluzione a portata di mano. Le alternative?
Nel caso in cui la camera da letto sia grande, si può valutare l’idea di realizzare un bagno proprio all’interno oppure “rubarne” una porzione, facendo realizzare delle pareti divisorie; tra l’altro, disporre dei servizi nella zona notte è una comodità non indifferente. Naturalmente, bisogna assicurarsi che sia possibile disporre degli impianti idrici.
Oppure, a seconda di com’è strutturata la casa, anche realizzare il secondo bagno vicino alla cucina è una buona mossa, in quanto ci si serve di tubature idriche già presenti e di conseguenza il lavoro diventa molto meno impegnativo.
Qual è l’iter burocratico
Per il secondo bagno sono necessarie due pratiche edilizie: la Cila (Comunicazione di inizio lavori) e la Sca (Segnalazione certificata di agibilità). La prima è riconducibile a manutenzioni straordinarie che non comportano opere strutturali sull’edificio e quindi sulle strutture portanti; serve a documentare lo spostamento dei muri e il rifacimento di impianti e costa circa 200 euro (sono, per l’esattezza, i diritti di segreteria da versare al Comune).
La Sca, invece, certifica la sussistenza di tutte le condizioni igieniche, di salubrità e risparmio energetico degli edifici, nonché il funzionamento degli impianti secondo la norma in vigore.
Entrambi i documenti devono essere realizzati da un tecnico, un geometra o un ingegnere, e redatti con estrema precisione. La Sca va presentata entro quindici giorni dalla fine dei lavori e anche in questo caso i costi coincidono con i diritti di segreteria.
Le spese da mettere in conto
Ma quanto si spende per creare il secondo bagno? Procediamo per gradi. Per la compilazione e la presentazione della Sca e della Cila, nonché il compenso del tecnico cui si affida l’incarico, bisogna mettere complessivamente in conto all’incirca 1.000 euro. Si aggiungono le spese per la realizzazione concreta del progetto, a cominciare dagli impianti e dai lavori di muratura: in media, la forbice va da 1.000 a 1.500 euro. Ma entrano in gioco tante variabili, compresa la città in cui si abita.
Sarebbe opportuno non lasciarsi prendere dalla fretta e chiedere preventivi a più ditte, prima di decidere quale “arruolare”. Infine, c’è il budget da destinare ai mobili bagno e qui molto contano le esigenze e preferenze individuali. Qualcuno preferisce il minimo, altri desiderano un ambiente più ricco, di conseguenza a quest’ultimo proposito diventa impossibile fornire cifre indicative.