Quale tipo di sale usare e quando aggiungerlo
Sono in tanti, ormai, a non poter fare più a meno della lavastoviglie. Del resto, è davvero un elettrodomestico “strategico”, che permette di risparmiare tempo e fatica offrendo in cambio una grande comodità. Per farla durare a lungo e ottenere risultati ottimali, però, è bene tenere a mente alcuni accorgimenti. Quali? Lo scoprirete in questa guida!
Cominciamo dal sale: tutte le lavastoviglie ne hanno bisogno, perché contribuisce a mantenere le performance di funzionamento inalterate nel tempo e a far sembrare le stoviglie come nuove. Attenzione, però: il sale da cucina e il sale marino non vanno bene. Bisogna utilizzare il sale specifico per lavastoviglie, che è sì costituito da cloruro di sodio come le altre tipologie, ma non presenta ferro e carbonati, che incrementano la durezza dell’acqua e alla lunga danneggiano piatti, bicchieri e via dicendo.
Il sale per lavastoviglie scorre attraverso il cosiddetto addolcitore e poi finisce nelle acque dello scarico; suggeriamo di aggiungerlo una volta al mese, anche due ma non di più. In foto il sale per lavastoviglie prodotto da Miele.
Bisogna prima sciacquare le stoviglie oppure no?
Molti sono convinti che occorra sempre sciacquare piatti, pentole e bicchieri a mano prima di inserirli nella lavastoviglie, ma in realtà si tratta, per molti versi, di un falso mito . Innanzi tutto, i detersivi contengono enzimi che agiscono al meglio proprio quando c’è dello sporco da eliminare; se le stoviglie sono già parzialmente deterse, quindi, tali enzimi non possono esprimere – diciamo così – tutte le loro potenzialità.
In secondo luogo, il prelavaggio manuale comporta un notevole consumo di acqua ed energia elettrica, sostanzialmente inutile. Il consiglio è, quindi, quello di eliminare i residui di cibo utilizzando semplicemente una spugnetta umida oppure i tovaglioli di carta già utilizzati durante il pasto.
I piatti vanno sciacquati prima soltanto se è trascorso del tempo e i “resti” si sono seccati: in questo caso sì, l’operazione in questione diventa necessaria.
Cosa non mettere mai nella lavastoviglie
Ci sono oggetti che non devono mai essere lavati in lavastoviglie. Ecco l’elenco:
- Padelle in ghisa, pietra ollare, rame, smaltate e antiaderenti: semplicemente, si rovinano.
- Placche per la cottura con il crisp.
- Cucchiai e taglieri in legno: l’acqua calda danneggia questo materiale a livello estetico e minaccia di causare crepe e rotture. Inoltre, a causa della porosità del legno stesso, nella lavastoviglie questi oggetti possono essere più facilmente attaccati dai batteri.
- Coltelli in acciaio inox: i sali dei detersivi sono deleteri.
- Stoviglie in plastica: bisogna prima controllare che sull’etichetta ci sia il simbolo della lavastoviglie; in caso contrario, evitate perché le alte temperature potrebbero provocare grandi danni (anche per la vostra salute)
- Cristalli e porcellane: si sa, sono nemici giurati della lavastoviglie. E il rischio che si scheggino e si frantumino c’è anche nel caso in cui il vostro elettrodomestico sia dotato dell’apposito programma.
- Tazze e bicchieri termici: le alte temperature possono pregiudicare la loro funzionalità.
Infine, raccomandiamo di non mettere nella lavastoviglie neppure le grattugie, perché il formaggio incastrato nei buchini non solo non andrà via, per quanto si indurirà.
Usare le tabs, la polvere o il detersivo liquido?
Come scegliere il detersivo per la lavastoviglie? Fra tabs, detersivo liquido e detersivo in polvere, qual è l’opzione migliore? Nessuna esclude l’altra, nessuna supera l’altra dal punto di vista qualitativo (chiaro che non ci riferiamo a marche scadenti). Bisogna semplicemente fare le opportune distinzioni, tenendo in considerazione il programma e la temperatura.
Il detersivo liquido è più adatto ai lavaggi brevi e alle basse temperature, in quanto non si addensa e anzi si scioglie con grande facilità e in tempi rapidi. Il detersivo in polvere è il più indicato per i lavaggi ad alte temperature e possiede ottime facoltà sgrassanti.
La tabs, ovvero le pastiglie, sono predosate e concentrate, ma dovrebbero essere utilizzate solo per i programmi di lunga durata e a temperature elevate, altrimenti c’è il rischio che non si sciolgano perfettamente. Esistono, è utile saperlo, tabs che contengono anche sale, brillantante e anticalcare.
L’aceto serve davvero?
L’aceto può sostituire il brillantante? Ecco un altro luogo comune da abbattere definitivamente. L’aggiunta dell’aceto sì, permette di ottenere stoviglie più lucide e brillanti. Ma si tratta comunque di un acido, quindi alla lunga piatti e bicchieri possono essere danneggiati e lo stesso dicasi, addirittura, per la lavastoviglie stessa.
Inoltre l’aceto, al contrario del brillantante, non crea quella patina sulle stoviglie che fa scivolare via l’acqua. Il nostro consiglio, quindi, è quello di abolirlo completamente. Piuttosto potete alternare il brillantante con una soluzione ecologica che si prepara in pochi istanti.
Basta infatti sciogliere 100 grammi di acido citrico in polvere in un litro di acqua distillata e aggiungere qualche goccia del proprio olio essenziale prediletto.