Lavastoviglie e miti da sfatare: ecco cosa devi sapere

Nella lavastoviglie bisogna mettere molto detersivo

La lavastoviglie è un prezioso aiuto in cucina, per molti irrinunciabile: permette di risparmiare fatica e tempo e perciò rende meno frenetica la routine quotidiana. Sull’utilizzo di questo elettrodomestico, però, circolano ancora falsi miti che intendiamo sfatare una volta per tutti. Analizziamoli insieme, uno per uno.

Tanto per cominciare, in tanti ritengono che per ottenere piatti e pentole davvero puliti e igienizzati occorra abbondare con il detersivo. Ebbene, è esattamente il contrario: quando si eccede con i prodotti detergenti, sulle stoviglie – specialmente sugli oggetti in vetro – si creano brutti aloni e si formano residui che possono anche essere dannosi per la salute. Senza contare che le quantità esagerate di detergente non fanno per niente bene all’ambiente.

Fondamentale è quindi rispettare le dosi indicate dai produttori, definite proprio per eliminare qualsiasi tipo di sporco e per sfruttare al meglio la funzionalità dell’apparecchio in questione. E si ricordi anche che bisognerebbe avviare la lavastoviglie sempre a pieno carico, sempre per ottenere il massimo delle prestazioni.

L’aceto nella lavastoviglie è meglio del brillantante

Ecco un altro luogo comune relativo all’utilizzo della lavastoviglie e ancora parecchio diffuso: l’aceto può sostituire il brillantante, anzi è anche meglio. Dunque. Di certo costa meno ed è vero che, sulle prime, i risultati derivanti dall’aggiunta dell’aceto appaiono ottimali. Bisogna considerare, però, che si tratta di un acido alimentare e di conseguenza, alle lunghe, può danneggiare sia la lavastoviglie che le stoviglie stesse.

Inoltre l’aceto non forma sulle stoviglie quella patina riconducibile invece all’uso del brillantante, la quale fa meglio scivolare via l’acqua. E non è mica finita qua: nella lavastoviglie c’è il distributore riservato proprio al brillantante, che è piuttosto viscoso; versando al suo interno l’aceto, più liquidi, si incorre puntualmente nel rischio di inconvenienti tecnici durante i cicli di lavaggio.

D’altra parte, però, l’aceto si rivela efficace nella pulizia delle stoviglie sporche di pesce e di uova, i cui odori sono più difficili da eliminare. Come procedere? Semplicemente, se ne versa un cucchiaio direttamente nella vasca prima di far partire l’apparecchio.

Per la lavastoviglie si può usare anche il sale grosso da cucina

Il sale serve a pulire l’addolcitore della lavastoviglie, cioè quel dispositivo generalmente collocato nella parte inferiore dell’apparecchio, vicino allo scarico, e il cui compito consiste nell’assorbire il calcare contenuto nell’acqua di lavaggio, evitando così che finisca sulle stoviglie.

Il sale per lavastoviglie è costituito da cloruro di sodio, la stessa sostanza chimica che si trova nel sale da cucina. Attenzione, però: quest’ultimo non può essere considerato un sostituto dell’apposito additivo per lavastoviglie, il quale si ottiene tramite una specifica formula che lo priva totalmente del ferro e dei carbonati. Tali composti aumentano la durezza dell’acqua e di conseguenza possono danneggiare la lavastoviglie.

Nel sale grosso da cucina, come se non bastasse, possono esserci impurità e pietruzze in grado di bloccare la valvola di carico dell’acqua, causando inconvenienti che tutti possono immaginare. Quindi lo ribadiamo: non è affatto vero che il sale da cucina può fare le veci del sale per la lavastoviglie!

È meglio sciacquare i piatti prima di collocarli nella lavastoviglie

Ecco un’altra convinzione dura a morire circa l’uso della lavastoviglie: da sempre si dice che è meglio sciacquare piatti, pentole, bicchieri, posate e via dicendo prima di metterli nella lavastoviglie; il grosso dello sporco, cioè, andrebbe eliminato a mano. Ma in realtà questo è un grande errore.

I detersivi per lavastoviglie, per agire al meglio, devono entrare in contatto con lo sporco “vero”; se le stoviglie risultano già parzialmente deterse, infatti, gli enzimi contenuti nei prodotti in questione svolgono un’azione molto inferiore rispetto alle loro effettive potenzialità.

E aggiungiamo che lavare prima a mano e subito dopo in lavastoviglie significa moltiplicare l’impiego di acqua, ovvero farne lievitare il consumo. Il modo di procedere corretto, quindi, è il seguente: si tolgono i residui di cibo con le posate oppure con i tovagliolini di carta utilizzati durante il pasto e poi si sistemano le stoviglie nella lavastoviglie. Cosa c’è di più semplice?

Nella lavastoviglie si può mettere qualsiasi tipo di stoviglia

Tutti sanno che è opportuno non lavare nella lavastoviglie i bicchieri in cristallo (anche se i modelli più innovativi prevedono programmi ad hoc), ma molti sono convinti che per il resto non ci siano particolari limiti. E anche questo è sbagliato, poiché alcuni tipi di stoviglie e utensili possono danneggiarsi a contatto con le alte temperature e, più in generale, durante i cicli di lavaggio. In lavastoviglie non si mettono:

  • I taglieri, i cucchiai e tutti gli altri utensili in legno: questo materiale eredita le sostanze contenute nei detersivi e poi tende a rilasciarle nei cibi. In più, assorbe molta acqua e col tempo si deforma.
  • Le padelle e i tegami in ghisa: il lavaggio in lavastoviglie può favorire la formazione di ruggine e minaccia anche di rovinare la patina antiaderente.
  • I coltelli da cucina molto affilati: lavaggio dopo lavaggio, l’efficienza della lama finisce per essere compromessa e la lucentezza si perde.
  • Le tazzine e i piatti decorati in ceramica o porcellana: questi materiali, di per sé, sopportano perfettamente le alte temperature; le decorazioni, però, cominciano a sbiadire e c’è il rischio che scompaiono poi del tutto.
  • La grattugia: la lavastoviglie non riesce a eliminare in toto i residui di formaggio.
  • Le pentole e le piastre in pietra ollare: il lavaggio in lavastoviglie e i prodotti aggressivi ne diminuiscono la porosità.
  • La moka: deve essere lavata a mano e senza sapone, altrimenti il gusto del caffè risulta alterato.


Facciamo inoltre presente che sarebbe preferibile lavare a mano anche le stoviglie in alluminio, perché l’azione della lavastoviglie minaccia di renderle opache, se non addirittura di annerirle. Gli oggetti in vetro si possono mettere tranquillamente in lavastoviglie ma, nel caso dei barattoli da riutilizzare, è bene staccare prima l’etichetta perché la relativa carta potrebbe infilarsi nei filtri e nello scarico.

Il lavaggio a mano è più efficace del lavaggio in lavastoviglie

C’è ancora chi ritiene sia meglio lavare le stoviglie a mano anziché in lavastoviglie; che, cioè, il primo metodo garantisca risultati migliori. Ebbene, nemmeno questo è vero. La lavastoviglie assicura un’azione sgrassante e disinfettante a dir poco efficace, in virtù delle alte temperature che si raggiungono sia nella fase di lavaggio (50-60° C) che nella fase di risciacquo (70° C).

Le stesse temperature, nel caso della procedura manuale, sono per ovvi motivi impossibili. Lavare i piatti con la classica spugnetta e l’olio di gomito, inoltre, non permette di raggiungere il medesimo grado di igiene e disinfezione di un lungo ciclo di lavaggio in lavastoviglie.

Però lavando a mano si risparmia tempo, potrebbe obiettare qualcuno. No, perché le operazioni di carico e scarico della lavastoviglie richiedono un quarto d’ora al massimo (in totale), mentre per lavare le stoviglie utilizzate per una famiglia di 4 persone, ad esempio, può essere necessaria anche mezz’ora, se non di più.

Con la lavastoviglie si consuma troppa acqua e troppa corrente

Opinione diffusa è che l’utilizzo della lavastoviglie comporti un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto al lavaggio manuale. E questa è un’altra cantonata colossale. Secondo uno studio realizzato dall’Università di Bonn, in Germania, per lavare a mano i piatti utilizzati per una cena di dodici persone servono all’incirca 103 litri di acqua, contro i 15 litrinecessari invece per una lavastoviglie.

I modelli che si collocano nelle classi di efficienza energetica A+, A++ e A+++ consumano anche meno; alcuni richiedono 7-8 litri di acqua per un ciclo di lavaggio e impiegano il 30 per cento di energia in meno rispetto alle lavastoviglie in classe A. Inoltre occorrono minori quantità di detersivo.

Si fa inoltre presente che, se le stoviglie non sono particolarmente unte e/o incrostate, si può tranquillamente optare per un lavaggio a freddo oppure un programma economico, così abbattendo ulteriormente i consumi.

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