4 cose da sapere sul camino al bioetanolo

Come funziona un camino al bioetanolo

Il caminetto, da sempre, simboleggia la famiglia, l’accoglienza, il ritrovarsi. Emana calore sia in senso letterale che in senso metaforico. Non sempre, però, si ha la possibilità di installare nella propria casa una canna fumaria e/o un tubo di scarico; così come c’è chi non sopporta le polveri sottili, la fuliggine e la cenere che sempre si associano ai camini classici. Diciamo anche che alcuni amano l’idea di avere un camino in casa, ma allo stesso tempo prediligono gli arredi moderni e il gusto minimalista. In tutti questi casi, la soluzione perfetta è senza dubbio il camino al bioetanolo. Come funziona? Andiamo con ordine. L’etanolo è un alcol altamente infiammabile. Il bioetanolo è una versione “green” dell’etanolo; si ottiene, cioè, da materie organiche e più precisamente dalla fermentazione di vegetali come il mail, la patata, la canna da zucchero e, più di rado, da scarti legnosi. Nei camini al bioetanolo, dunque, c’è un serbatoio nel quale va versato l’alcol; durante la combustione, e questa è la cosa più importante, non vengono prodotti né fumo, né cattivi odori; bisogna precisare che le sostanze inquinanti non sono del tutto assenti, ma la percentuale di monossido di carbonio è davvero minima. I camini al bioetanolo non solo non necessitano di canna fumaria, per quanto non hanno bisogno di manutenzione e di corrente elettrica. L’installazione, inoltre, è estremamente semplice e non richiede interventi preliminari di alcun tipo. Non occorrono permessi per l’installazione e non ci sono normative a cui sottostare. In foto Goya di British Fires: si appende al muro e ha una struttura in Mdf laccato con fondo in metallo nero. La cornice è disponibile sia bianca che nera. Il serbatoio ha una capacità pari a un litro. Consumo: 0,33 litri/ora.

Quanto consuma un camino al bioetanolo

I camini al bioetanolo rappresentano la nuova frontiera del riscaldamento domestico e anche una tendenza relativa al design d’interni. Quelli di qualità più elevata, infatti, con la loro “fiamma ecosostenibile” riscaldano perfettamente una stanza, ma anche più, e sono contraddistinti da un’immagine elegante e raffinata, di conseguenza rappresentano un plus in termini di stile. Ma quanto consuma un camino di questo tipo? Dipende da una serie di fattori: dalla potenza (che in molti casi si può regolare), dalla capienza del bruciatore, dal modello, dalla marca. Considerando però un biocamino che resta acceso per 3-4 ore al giorno, e che quindi necessita di circa 7 litri di bioetanolo alla settimana, possiamo dire che il consumo è compreso mediamente fra i 19 e i 35 euro (sempre alla settimana, naturalmente). In foto Prime Box di Planika, biocamino da pavimento. Il pannello di controllo destramente intuitivo rende semplicissimo l’utilizzo e tramite il telecomando è possibile gestirlo anche a distanza. Disponibile in colore bianco opaco o nero opaco.

Come si accende un camino al bioetanolo

I caminetti al bioetanolo non richiedono interventi di muratura: si possono installare ovunque e in poco tempo. Alcuni sono da terra, altri si appendono alla parete come quadri, altri ancora vengono invece incassati nel muro e non mancano i modelli da appoggiare su un qualsiasi ripiano. Metterli in funzione è davvero facile: prima si riempie il serbatoio, assicurandosi che non ci siano fuoriuscite di alcol ed eventualmente asciugando subito (sul pavimento possono altrimenti restare macchie opache); poi si accende il bruciatore utilizzando un accendigas o un fiammifero lungo e il gioco è fatto. Se all’inizio la fiamma appare debole, non preoccupatevi perché è normale. In linea di massima il bruciatore raggiunge la temperatura ottimale nel giro di un quarto d’ora e questo stesso tempo è necessario affinché la fiamma si stabilizzi a un’altezza normale. In foto Botticelli by Biokamino (marchio Car-Z-Met), disponibile anche in nero, grigio, bordeaux e bianco ma anche in due misure diverse: M (110x65x17cm) e L (90x55x17cm).

Quanto scaldano i camini al bioetanolo

I camini al bioetanolo sono perfetti per una camera da letto molto spaziosa, per un ampio living, possono anche scaldare superfici più estese. Per intenderci meglio, un buon biocamino riesce a riscaldare fino a 40-50 metri quadrati in pochi minuti e due litri di bioetanolo si traducono in un’autonomia di circa tre ore e mezza. C’è anche da dire che si tratta di calore concentrato: non essendoci la canna fumaria, cioè, viene rilasciato nell’ambiente il 100 per cento del calore prodotto dalla combustione del bioetanolo, senza alcuna dispersione. Se però si tratta di un appartamento ampio, o comunque abitato da una famiglia e composto da più stanze, allora il biocamino non può bastare ed è meglio considerarlo come un sistema di riscaldamento aggiuntivo. Si tenga presente, inoltre, che nel bruciare il bioetanolo produce molto vapore acqueo, il quale a sua volta fa incrementare il livello di umidità nell’aria. In foto Boheme di maisonFire, biocamino da appoggio a terra, con vista "fiamma" passante. È dotato di un misurino graduato per il caricamento e di un accenditore.

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