Guida alla scelta delle piastrelle cucina

Come piastrellare cucina

Le piastrelle in cucina sono un evergreen: abbinare nel modo giusto quelle dei pavimenti e delle pareti significa rendere l’ambiente caldo e accogliente, valorizzare gli arredi, guadagnare in termini di praticità. La scelta relativa alle dimensioni, alle fantasie e ai colori è estremamente vasta, quindi è semplice trovare accostamenti che rispecchino in toto i propri gusti e le proprie esigenze. Per quanto riguarda i rivestimenti, le piastrelle più diffuse sono quelle monocottura, bicottura, in ceramica, in pietra e in marmo. Le piastrelle in mono e bicottura, lo spiegano le stesse definizioni, vengono cotte rispettivamente una o due volte. Entrambe le tipologie risultano caratterizzate da una grande resistenza e si puliscono con estrema facilità. Le piastrelle in ceramica rappresentano l’opzione più classica, si contraddistinguono per la versatilità, sono impermeabili, antibatteriche e antimuffa. Le piastrelle in pietra e marmo costano molto di più ma garantiscono una notevole resa estetica e non assorbono né lo sporco, né gli odori derivanti dalla cottura dei cibi. Molto in voga sono anche le piastrelle in gres porcellanato, ma vengono usate soprattutto per le pavimentazione e meno per le pareti. E facciamo presente che parlare di rivestimento pareti, nel caso della cucina, significa riferirsi in primis al paraschizzi, ovvero alla fascia di muro visibile tra piano di lavoro e i pensili: per ovvi motivi, bisogna proteggerla adeguatamente. Altrimenti si rischia di ingaggiare una lotta perenne con macchie di ogni tipo. In foto alcune piastrelle della collezione Patchwork di Ceramica Sant’Agostino. Caratterizzate da piccoli formati (dal 20x20 al 15x15 cm), queste piastrelle possono essere applicate sia a parete che a pavimento e presentano stilemi grafici e abbinamenti cromatici ispirati alle cementine.

Cosa mettere al posto delle piastrelle cucina

Le piastrelle per la cucina continuano a essere molto diffuse e risulta davvero difficile pensare che un giorno possano completamente passare di moda. Ciò non significa, però, che piacciano a tutti. Nonostante la ricca proposta in commercio, che sembra tendere verso l’infinito, c’è chi non trova nulla di soddisfacente oppure è orientato a prescindere verso una soluzione diversa. Cosa mettere, dunque, al posto delle piastrelle? Passiamo in rassegna le soluzioni alternative, che hanno in comune un buon livello di funzionalità e un’ottima resistenza (requisito fondamentale soprattutto in riferimento all’area adiacente ai fuochi):

  • Smalti e vernici lavabili: sono sempre più in voga nelle cucine caratterizzate da un gusto contemporaneo, impermeabilizzano le pareti, permettono “cambi di look” facili e per pulire bastano un panno e un comune sgrassatore.


  • Resine: senza dubbio sono più utilizzate per le pavimentazioni, tuttavia da qualche tempo un crescente numero di persone le sceglie anche per le pareti. Merito dei grandi vantaggi: le resine sono impermeabili, lavabili e disponibili in una vastissima gamma di colori e texture.


  • Laminato termoplastico: si può anche applicare “fai da te”, quindi è una soluzione assai economica. A fronte di una spesa contenuta, c’è una qualità più che soddisfacente. E bisogna anche dire che il mercato propone numerosi colori e modelli fra cui scegliere.


  • Acciaio inox: non solo per il lavello: l’acciaio inox può essere utilizzato, sotto forma di pannelli, anche per rivestire le pareti della cucina. La lavorazione di questo tipo di schienali, però, è piuttosto complessa; bisogna affidarsi a veri professionisti del settore e la manodopera fa lievitare il prezzo.


  • Cristallo temperato: anche in questo caso parliamo di pannelli. L’effetto può essere neutrale al 100 per cento oppure in tono con il resto delle pareti. La lastra viene fissata alla parete, in alcuni casi sfruttando una scanalatura sull’alzatina del top della cucina.


  • Pietra granitica: i rivestimenti in marmo e quarzite sono una scelta di pregio, che permette di ottenere risultati all’insegna dell’eleganza e della raffinatezza, ma anche in termini di qualità e resistenza. Attenzione, però: se la cucina non è sufficientemente ampia, si rischia di appesantire l’ambiente.


Nella cucina che vedete in foto è stata applicata la resina monocomponente, a base acqua, Monokroma di Elekta.

Come pulire le piastrelle della cucina

La cucina viene utilizzata tutti i giorni, più volte al giorno. Di conseguenza le piastrelle devono essere pulite molto spesso. Alcuni consigli validi per qualsiasi tipo di piastrella? Cominciamo dal pavimento. Prima bisogna spazzarlo, per eliminare le tracce più evidenti di sporco e polvere. Poi si versa del detersivo specifico (basta andare in qualsiasi supermercato) in un secchio contenente acqua tiepida e si passa la soluzione ottenute sulle piastrelle tramite uno straccio. Se necessario si procede con il risciacquo e poi si lascia asciugare. Buona norma è, di tanto in tanto, ricorrere ai metodi naturali. Per esempio si può versare in un secchio di acqua bollente 1 bicchiere di aceto di vino (per ogni litro di acqua), 1 cucchiaio di bicarbonato e 20 gocce di olio essenziale non oleoso a scelta. L’aceto è un potente sgrassatore, il bicarbonato disinfetta e smacchia e l’olio essenziale dona profumo a tutto l’ambiente. Per quanto riguarda le piastrelle delle pareti, molto comodi sono i detergenti spray: si spruzza direttamente sulle piastrelle e poi si usa una spugnetta non troppo dura, mettendo maggiore energia nelle zone in cui lo sporco appare particolarmente ostinato. Terminata questa operazione, si sciacquano e si asciugano le mattonelle con un panno di cotone. Nel caso in cui si sia formata della muffa, conseguenza dell’umidità, si può preparare una soluzione ad hoc versando in un litro d’acqua il succo di un limone e applicandola sempre tramite un erogatore spray. Il limone, oltre a svolgere un’azione pulente, possiede proprietà anti-fungine e antibatteriche. Per pulire al meglio le fughe fra una piastrella e l’altra suggeriamo invece di immergere uno spazzolino da denti a setole dure in un composto di acqua tiepida, acqua ossigenata e bicarbonato e poi strofinarlo sulle zone interessate. In foto le piastrelle in gres porcellanato effetto legno della collezione Treverksoul di Marazzi, progettata per consentire numerose soluzioni di posa. Da notare l’abbinamento di tre diverse tonalità caratterizzate da una ricca stonalizzazione grafica e cromatica.

Come coprire le vecchie piastrelle della cucina

Ci sono vari modi per rinnovare l’immagine della propria cucina coprendo le vecchie piastrelle. Innanzi tutto è possibile applicarne di nuove direttamente su quelle già presenti, a patto che abbiano uno spessore ridotto ai minimi termini. Un’ottima alternativa consiste nell’applicare sulla vecchia piastrellatura una resina colorata a base epossidica; generalmente si trova in commercio sotto forma di pasta e si stende tramite una spatola. Uno dei vantaggi, oltre alla resistenza, è la possibilità di ottenere diversi effetti: da quello liscio per pareti moderne e colorate a quello spatolato, più adatto invece a cucine contraddistinte da uno stile rustico o country. Un altro modo per coprire le vecchie piastrelle, senza toglierle e/o danneggiarle, si traduce nell’utilizzo di sottili laminazioni adesive resistenti, che si mettono con grande semplicità e aderiscono come una seconda pelle, risultando però anche rimovibili con estrema facilità. Si fa inoltre presente che in commercio esistono vernici all’acqua specifiche per piastrelle: procuratevi un pennello sintetico di qualità, un paio di rullini piccoli sintetici, un aggrappante (se il tipo di vernice lo prevede) e mettetevi all’opera: risulterà un lavoro non solo meno difficile di quanto si possa pensare, ma anche divertente. In foto il rivestimento per cucina in Alu-Dibond – Leffeler – Tazze di Wall Art: la lastra è composta da due strati di alluminio di 0,3 millimetri di spessore e da un nucleo di plastica indurita. Disponibili diverse dimensioni.

Come rinnovare le piastrelle della cucina

Se le piastrelle della vostra cucina continuano a piacervi, non desiderate cambiarle ma vi piacerebbe farle diventare come nuove, potete innanzi tutto procurarvi una lucidatrice o rivolgervi a un’azienda che utilizzi prodotti professionali. La lucidatrice riporta le piastrelle del pavimento non proprio allo splendore originale, ma poco ci manca. In commercio sono anche reperibili creme a base acqua grazie alle quali è possibile ripristinare la lucentezza delle piastrelle e al contempo eliminare eventuali graffi, abrasioni, alonature, opacizzazioni e tracce di aggressioni chimiche. Ci sono poi le piastrelle adesive, che cominciano ad essere piuttosto diffuse anche in Italia. La scelta è vastissima, l’applicazione è facile e, quando ci si stanca, in pochissimo tempo queste piastrelle si tolgono e possono essere sostituite con altre. In foto un esempio relativo all’applicazione degli adesivi per piastrelle Tileskin. Sono prodotti innovativi, formati più precisamente da una sottile laminazione adesiva; possono durare fino a 5 anni dalla data di acquisto e hanno una grande resistenza ai fumi della cucina e agli sbalzi atmosferici. Grazie alla tecnologia Heat Resistant, inoltre, tollerano egregiamente il calore.

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