Resina in bagno, come e quando usarla

Cosa si può rivestire

La resina sintetica è un materiale sempre più utilizzato nel settore edilizio e nei contesti residenziali. Uno degli ambienti per i quali la richiesta aumenta costantemente è il bagno, anche in virtù della sua estrema versatilità.

Viene utilizzata in primis per realizzare pavimentazioni e rivestire pareti, anche per ricoprire piastrelle già esistenti, e in quest’ultimo caso è un’ottima soluzione per rinnovare l’ambiente senza spendere troppo e senza procedere con impegnativi interventi murari.

Ma la resina è usata anche per la produzione di piatti doccia nonché per il rivestimento interno del box doccia e per la vasca da bagno. Altri impieghi sono riconducibili ai top, ai lavabi, ai sanitari e anche agli accessori.

Vantaggi e svantaggi di questo materiale

Perché scegliere la resina per il proprio bagno? Elenchiamo subito i vantaggi offerti da questo materiale:

  • È impermeabile.
  • Si pulisce con facilità, anche grazie all’assenza di fughe.
  • Non favorisce la proliferazione di batteri né la formazione di muffe.
  • È durevole.
  • È atossica.
  • È disponibile in numerosi colori.
  • Permette di conferire all’ambiente un aspetto moderno ed elegante.
  • Rende possibili effetti decorativi di grande impatto.


Passiamo adesso agli svantaggi:

  • Gli effetti dell’invecchiamento e le minime imperfezioni – per esempio eventuali graffi - possono essere piuttosto evidenti, soprattutto nel caso delle finiture più lucide.
  • Necessita di specifici supporti; in caso contrario anche piccoli spostamenti, dovuti magari a un assestamento, possono causare crepe, rotture e micro cavillature.


Inoltre le resine epossidiche, al contrario di quelle poliuretaniche, tendono a ingiallirsi per l’azione dei raggi ultravioletti, quindi anche della semplice esposizione alla luce solare.

3 proposte scelte per voi

Abbiamo selezionato per voi 3 proposte che di certo vi aiuteranno a meglio comprendere le potenzialità della resina e come, concretamente, può essere utilizzata nel bagno. Nella prima foto vedete il piatto doccia Tekor di Arcom: un film di resina riveste la superficie e i bordi permettendo di ottenere un elevato grado di resistenza dal punto di vista fisico e chimico. Notate anche la notevole e originale resa estetica.

Nella seconda foto ecco invece Forma, un prodotto firmato Gruppo Geromin, ovvero un mobile bagno sospeso con top e lavabo integrato in resina. Si sceglie fra sei varianti di colore e la presenza materica di questa proposta è indubbiamente il più grande punto di forza.

Infine la vasca da bagno freestanding ovale Lavasca di Rapsel (azienda di Settimo Milanese), realizzata in resina titanica. Le finiture disponibili sono bianco lucido, bianco opaco o nero opaco.

Quanto costa un bagno in resina

Inevitabile chiedersi, a questo punto, quanto si debba spendere per un bagno in resina. Dipende da diversi fattori fra cui il tipo di intervento, la metratura, la città in cui si trova l’immobile in questione, il tipo di resina utilizzato e il rinforzo.

Per i pavimenti e i rivestimenti, in genere, si applica la resina spatolata oppure quella autolivellante. La prima è più economica in quanto non permette di ottenere, come l’altra, una superficie perfettamente liscia. Per la resina spatolata si spendono mediamente fra i 70 e i 90 euro al mq, per quella autolivellante fra gli 80 e i 140 euro al mq. Eventuali disegni e decorazioni, ovvio, fanno lievitare le cifre anche in modo significativo.

Per un lavabo di medie dimensioni in resina occorre mettere in conto come minimo 150-250 euro ma i modelli in commercio, sia da appoggio che sospesi, sono così tanti che risulta impossibile dare indicazioni più precise. Per un piatto doccia in resina, invece, si parte da 150 euro per arrivare fino a un massimo di 400-450 euro.

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